I fiori

Calendula

La calendula i cui periodi balsamici, in cui dà il meglio di sè, sono appunto aprile e settembre, è una pianta che può comunque fiorire tutto l’anno, a seconda di come va la stagione; questa caratteristica è chiaramente indicata anche dal nome stesso della pianta: calendula, il fiore delle calende, la pianta che (potenzialmente) fiorisce ogni mese.

La Calendula officinalis è un fiore grande e dal colore molto intenso, tendente all’arancione-rossiccio; la calendula arvensis, invece, molto più frequente allo stato selvatico, ha un fiore parecchio più piccolo color giallo sole.

La calendula è collegata al Sole e a Venere, ma in particolare al sole, di cui racchiude l’energia esplicandola nelle sue proprietà riscaldanti, cicatrizzanti, disinfettanti e sudorifere. L’energia venusiana la troviamo invece nella sua ricchezza di mucillagini, che con la loro umidità leniscono le infiammazioni, lavorando sinergicamente con l’azione solare.

È molto usata nella cosmesi. Può essere utilizzato per lenire la pelle arrossata dal freddo o aggredita da qualsiasi tipo di irritazione, comprese le scottature, per soccorrere le labbra o le mani screpolate, per favorire la cicatrizzazione di ferite, ulcere e piaghe, per aiutare la guarigione di eczemi e dermatosi di varie tipologie, per prevenire e attenuare le rughe.

Lavanda

Gli usi della lavanda son davvero tanti, come sono molteplici i benefici che questa pianta ci regala e che le nostre nonne conoscevano benissimo.

La lavanda ha proprietà rinfrescanti e purificanti, si usa come preparato cosmetico per curare acne e psoriasi. Ha proprietà lenitive, analgesiche, antinfiammatorie e sedative. Svolge un’azione balsamica sulle vie respiratorie, è un antispasmodico e calma l’emicrania. Con l’olio essenziale si possono massaggiare le tempie, i polsi o la nuca o la zona dolorante, si rivela molto utile per distendere la muscolatura addominale in caso di crampi.

L’olio essenziale è ottimo anche per la pulizia della pelle grassa ed impura, cuoio capelluto compreso, nonché della pelle secca e disidratata. Applicato sulle punture d’insetto ne lenisce prurito e gonfiore.

Per sfruttarne le proprietà sedative e balsamiche, oltre che i massaggi ed i suffumigi se ne può impregnare un fazzoletto da porre nel cuscino. In alternativa per sfruttarne le proprietà distensive si possono miscelare i fiori, o poche gocce di olio ad un bagno caldo.

I suffumigi si eseguono versando poche gocce di olio essenziale di lavanda in un catino pieno d’acqua bollente in cui è stato sciolto un cucchiaio di bicarbonato.

Iperico

L’Iperico si colloca, e come poteva essere altrimenti, tra le pianti legate al Sole; non a caso è in piena fioritura durante il solstizio d’estate e si raccoglie tradizionalmente nella notte o nel giorno di San Giovanni, il 24 giugno, quando il Sole raggiunge la sua massima potenza, prima di iniziare ad allontanarsi di nuovo dalla terra e a privarci di qualche minuto di luce ogni giorno. Il solstizio d’estate, nonostante arrivi in uno dei momenti più belli dell’anno per quanto riguarda calore e vitalità della natura, mette addosso un leggero velo di malinconia. Se mentre nel solstizio d’inverno e da quel momento in poi, tutto intorno appare freddo e dormiente e la vita e la luce ricominciano a prendere il sopravvento sulla morte e l’oscurità, durante il solstizio d’estate accade proprio l’opposto, nonostante la natura sia così calda e vitale. E quindi forse non è un caso che la pianta che più di tutte è legata al solstizio d’estate abbia la proprietà di scacciare la malinconia e i demoni interiori, come suggerisce anche uno dei suoi nomi popolari che è “scacciadiavoli”, legato all’usanza antica di appendere un mazzetto di iperico fuori dalla porta e lasciarcelo tutto l’anno, per tenere lontani gli spiriti maligni.

Il mito vuole che l’iperico sia nato dalle gocce di sangue di Prometeo, condannato ad essere incatenato ad una roccia perchè un falco gli mangiasse il fegato, che si rigenerava durante la notte per subire poi la stessa sorte ogni giorno, una sorta di contrappasso per aver donato agli uomini il fuoco rubato agli dei, e con esso anche la triste consapevolezza della propria natura mortale (questa leggenda si lega a una particolare proprietà della pianta, i cui principi attivi tingono di rosso qualsiasi liquido usato per la sua estrazione).

Insomma, se madre natura ha deciso di donarci questa pianta proprio nel momento in cui il sole ricomincia la sua discesa, è come a volerci dare un aiuto per fronteggiare al meglio il momento in cui questa discesa risulterà più evidente, concentrando tutta l’energia del sole in una pianta che sia in grado di ricordarci, al momento opportuno, che il sole tornerà a splendere ancora.

Malva

La malva è ricchissima di mucillagini, che la rendono un emolliente universale, sia per uso interno che esterno. Questo vuol dire che il suo utilizzo è indicato ogni volta sia presente uno stato infiammatorio da lenire, che sia cutaneo, intestinale, esofageo, vaginale, gastrico, gengivale e chi più ne ha più ne metta. Si dice che la malva sa sempre da che parte andare a svolgere il suo effetto protettivo a seconda di dove c’è bisogno di lei, che siano le mucose intestinali o quelle della gola. Oltre alle mucillagini i suoi elementi caratterizzanti sono tannini, flavonoidi e antociani, potenti antiossidanti, oltre a contenere sali minerali e vitamine. Ha proprietà antinfiammatorie, lenitive, espettoranti, bechiche (cioè è in grado di attenuare la tosse persistente) lassative, astringenti e vasoprotettrici. Un’infuso o un decotto di foglie e fiori di malva è utilissimo nel caso ci fosse bisogno di calmare la tosse e lenire le infiammazioni delle vie respiratorie, ma anche dell’apparato digerente e urinario, ad esempio in caso di cistite. É poi molto indicato per fare degli sciacqui in caso di afte e stomatiti e in generale di tutte le infiammazioni della bocca, delle gengive e della lingua. Potete bere infusi di malva in caso di problemi catarrali ai bronchi, in caso di influenza o raffreddore, di stitichezza, colite e enterocolite.

Con quel che resta dei decotti, che siano preparati con foglie e fiori freschi o secchi, si possono fare cataplasmi per uso esterno, utili a lenire le infiammazioni della pelle, a velocizzare la scomparsa dei brufoli, per lenire i dolori di artrite e gotta.